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Una tartaruga trovata impigliata

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CHIOGGIA.
Rete nei fondali delle Tegnùe, soffocata una tartaruga adulta. La triste scoperta è avvenuta domenica quando un gruppo di sub si è immerso nella Zona di tutela biologica scoprendo la conseguenza di un’azione di pesca illegale o di un utilizzo, ugualmente illegale, delle Tegnùe come discarica per disfarsi degli attrezzi di lavoro non più utili.
Dopo ogni immersione solitamente Piero Mescalchin, presidente dell’associazione Tegnùe onlus, pubblica fotografie e video che ritraggono i fondali unici al largo di Chioggia per mostrarne le bellezze agli appassionati di mare. Domenica sera invece ha pubblicato un video e le foto che mostrano la rete impigliata nei fondali rocciosi e la tartaruga imprigionata all’interno per denunciare l’ennesimo atto illecito ai danni delle Tegnùe, dichiarate Zona a tutela biologica e Sito di interesse comunitario ormai da anni.«Purtroppo vi mostro il triste risultato di un’azione di pesca illegale in una zona tutelata dove da vent’anni è proibita la pesca», spiega Mescalchin, «Una rete impigliata su una tegnua e la conseguenza per una sfortunata tartaruga. Siamo in mare aperto e risulta difficile anche il controllo. L’unica speranza è confidare sul senso civico, ancora scarso, di chi frequenta il mare per lavoro».
Gli fa eco un altro dei sub che si sono immersi domenica, abituale frequentatore delle Tegnùe. «Che tristezza», spiega Marco Costantini, «oggi in immersione in una delle Tegnue di Chioggia, in piena Zona di tutela biologica, ci siamo trovati di fronte questo brutto spettacolo, un rampone da pesca con la carcassa di una tartaruga di medie dimensioni. Il rampone è recente, penso che sia là da qualche mese... Finora avevamo trovato solo ramponi e attrezzi da pesca professionale molto vecchi, ma con il sistema gps, di cui è dotata ogni imbarcazione, si dovrebbe sapere che si sta pescando in zona vietata, oltretutto strascicando sul fondo in zone rocciose. Purtroppo il lavoro di divulgazione e di collaborazione con i pescatori professionali non ha raggiunto tutti».L’ordinanza ventennale, emessa dalla Capitaneria di porto, vieta l’attività di pesca e l’ancoraggio nella Ztb. In parallelo l’associazione Tegnùe ha svolto negli anni un’intensa campagna di sensibilizzazione per far conoscere il patrimonio dei fondali rocciosi del parco marino di Chioggia e per far capire l’importanza di rispettarne l’ecosistema evitando qualsiasi attività antropica che possa comprometterne l’integrità. Un lavoro intenso che ha coinvolto soprattutto le scuole. Capita però ancora di frequente che le Tegnùe siano considerate zona “ghiotta” per la pesca, vista la varietà di specie, o discarica per disfarsi dei materiali superflui. —


 
   
 
 
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