Sito Ufficiale dell'Associazione "Tegnue di Chioggia" - ONLUS
 
   
 
 
Replica lettera Comune di Venezia
 

Lettera dal Comune di Venezia

Questa e-mail è stata spedita dal Comune di Venezia a diversi Club Subacquei e Diving.

Giudichiamo il contenuto lesivo per chi lavora da anni per la salvaguardia delle "Tegnue di Chioggia".

L'e-mail è firmata ma ne omettiamo il nome per rispetto alla privacy.

Caro amico subacqueo ti scrivo la presente per informarti che:

A seguito del progetto dell’istituzione di zone di tutela biologica marina al largo del litorale del Comune di Venezia, la settimana scorsa la ditta CAM Idografica ha posizionato due boe in adiacenza delle seguenti tegnue:

tegnua LIDO                         N  45 21 004 E  12 32 411

tegnua PELLESTRINA        N  45 19 602 E  12 32 241 (pivetta-gigia)

Entrambi gli affioramenti sono ben noti a chi pratica l’attività subacquea, e credo che chiunque abbia avuto l’occasione di visitare detti siti abbia notato che in entrambi sono presenti i resti di strumenti della pesca professionale.

Nella “tegnua Lido” è incagliata una coccia alla roccia più emergente, nella “tegnua Pellestrina” vi è addirittura tutta la struttura metallica di poppa atta allo strascico.

Aver scelto questi due affioramenti fra le decine presenti nell’area di mare antistante le due isole di Lido e Pellestrina e segnalarne la posizione in superficie con gavitelli sembra avere più lo scopo di avviso di pericolo per le reti a strascico che non la tutela delle oasi floro-faunistiche rappresentate dalle tegnue.

Ritengo sia da portare ad esempio la decennale esperienza delle “tegnue di Chioggia” visto il triste depauperamento subito dalle stesse con la totale perdita della fauna di pregio alimentare per l’uomo (branzini, orate, corvine, capponi, astici, cappesante, tartufi ecc) sono rimasti i gronghi e stagionalmente le seppie ed i calamari. Oggi, finalmente, il Comune di Chioggia ha ritenuto di rivedere il progetto e attualmente le boe sono state tolte.

Forse è giunto il momento che anche i subacquei facciano sentire le proprie opinioni in merito a questo progetto di “ ISTITUZIONE DI ZONE DI TUTELA BIOLOGICA MARINA” e che portino proposte alternative a quanto è dimostrato essere dannoso per la conservazione dei biotipi naturali ancora presenti nelle tegnue, quali la posa di boe.

Da parte mia propongo l’affondamento sul fondo circostante le tegnue di ostacoli alle reti a strascico, e precisamente dei “cavalli di frisia” metallici  costituiti ciascuno da tre putrelle saldate ortogonalmente fra loro e aventi la configurazione di una stella esapode che comunque siano posizionati avranno tre piedi sul fondo sabbioso e tre punte rivolte verso l’alto.  Mi sembra un deterrente semplice che non abbisogna di manutenzione.

Confido in una tua collaborativa adesione ad eventuali iniziative che tendano a migliorare l’ambiente marino senza  interessi di categoria professionale.

Cordiali saluti

Venezia 29/07/2010

REPLICA

Gentilissimo Signore del Comune di Venezia

Mi è stata inoltrata copia del suo messaggio mandato ai Club Subacquei Veneziani e non le nascondo la sorpresa di quanto afferma, spero frutto della sua completa disinformazione e non dettata da altri fini che nell’ultima parte del suo messaggio nega.

Potrei farle una lunga storia sulle Tegnue che frequento ormai da quasi quarant’anni. Lei critica quanto fatto a Chioggia dalla nostra Associazione in accordo con il Comune e supportato da rapporti scientifici; sappia inoltre che è anche grazie alla massiccia opera divulgativa da me condotta soprattutto a Chioggia se dei fondi Regionali sono piovuti su tutta la costa del Veneto.

Chioggia per prima con la sua richiesta di una Zona di Tutela Biologica davanti alla sua città, fatta nel lontano 2000, ha risvegliato l’interesse per i fondali del nostro mare. Chioggia scippata anche del nome “Tegnue”; un tempo a Lignano si chiamavano “trezze”, a Caorle “presure” mentre a Chioggia da sempre “Tegnue”: ora sono diventate tutte “Tegnue”.

Chioggia ha un’area di 25 kmq quindi vastissima; abbiamo segnalato con delle boe 11 siti di immersione vietando in tutto il resto dell’area non solo l’immersione ma anche l’ancoraggio per preservare la flora del fondo. Forse la parte visitabile dai subacquei non supera la millesima parte della zona, ma permette a tutti di visitare questo straordinario mondo sommerso e ci aiuta con la conoscenza a salvaguardare il resto dall’incuria di tanti anni: la zona è stata usata in molti casi come discarica.

Sono perplesso invece sulla utilità di portare alla conoscenza di tutti aree di pochi metri quadrati che, se meta di Diving con un carico a volte anche di 25 subacquei, possono facilmente essere compromesse.

Sono perplesso anche sulla creazione di fortificazioni a difesa; possono distogliere flora e fauna dalle Tegnue o ancora peggio cambiare la corrente e i sedimenti sul fondo compromettendo l’equilibrio del sito come sostiene una ricca bibliografia già da tempo nota.

La pregherei quindi di rivedere le sue affermazioni invitandola a informarsi in maniera più completa su quanto con sacrifici personali e non, molti appassionati stanno facendo per la salvaguardia del mare Adriatico e delle sue Tegnue.

La invito a fare una immersione con me su uno dei siti segnalati con le nostre “Boe” che a giorni, modificate e migliorate, rimetteremo al loro posto. Le comunico fin d’ora che dovrà rivedere la lista di specie che lei ha nominato nella sua missiva perché alcune non sono mai state presenti sulle Tegnue di Chioggia.

Tanto dovevo per precisione d’informazione a lei e a quanti lei ha contattato.

La saluto cordialmente

Piero Mescalchin

Presidente – Associazione “Tegnue di Chioggia” – onlus


 
   
 
 
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