Sito Ufficiale dell'Associazione "Tegnue di Chioggia" - ONLUS
Storie di relitti
Caprulae Ferax
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Nave romana Caprulae Ferax
(Testi e
immagini tratti dal video "Naufragi" di
Piero Mescalchin)
Il poeta Tibullo, circa 2.000 anni fa,
imbarcato su una trireme romana scampata a
una tempesta sulle coste venete così
scriveva: "Troppe volte si fa buio il
cielo nel tempestoso Adriatico,
s'addensano minacciose le nubi, flagella
la pioggia le carni abbronzate, soffia
impetuoso il vento, s'agita il mare,
s'accavallano i flutti e danza
paurosamente il fragile legno negli spazi
smisurati, spazia lontano da porti, da
rade, da foci, pur anguste, di rifugio.
Non vi è scampo: bisogna accettare il
duello con tutta la sua violenza brutale,
non è possibile sottrarsi".
CAPRULAE FERAX è una nave oneraria del I°
secolo d.C. ritrovata a 12 miglia davanti
a Caorle su un fondale di circa 30 metri.
Il nome non è quello originario, ma vuole
essere un doveroso omaggio alla città che
forse l'ha vista salpare per l'ultima
volta: Caorle la feconda. La segnalazione
del ritrovamento è storia recente.
Nel 1992 un gruppo di subacquei , da una
spaccatura dello spesso strato calcareo di
una tegnùa, videro delle anfore stivate.
Il relitto, secondo le autorità
competenti, è uno dei più antichi tra
quelli restituiti dal Mediterraneo. La
nave, si deve essere adagiata dolcemente
sul fondale sabbioso senza che la chiglia
si sfasciasse. Dopo un po' di tempo, le
teredini avrebbero compiuto il loro lavoro
demolitore delle sovrastrutture in legno e
le fiancate avrebbero ceduto, lasciando
cadere fuori bordo i primi gruppi di
anfore e il relitto si sarebbe disgregato.
A poco a poco, le sabbie trasportate dai
fiumi Livenza e Tagliamento avrebbero
ricoperto i resti della nave formando un
unico blocco, solido, dalla apparente
forma di tegnùa. Una volta terminata, la
campagna di studio ci fornirà importanti
notizie sulle merci trasportate dalle
anfore: vino, olio o garum, la salsa di
pesce ricorrente nelle tavole dei Romani.
L'argilla modellata dalla mano dell'uomo
ci racconterà un'altra pagina della nostra
storia antica.
Gli uomini hanno solcato i mari, una volta
confidando nelle stelle, oggi anche con
l'aiuto della tecnologia, ma sempre,
comunque, soggetti al destino. L'Adriatico
ci ha permesso di conoscere una parte
della sua storia. Lasciamo quindi intatto
il mondo sommerso, lasciamo sul fondo
quello che ormai appartiene solo al mare,
permettendo così a tutti di poter
assaporare l'emozione di osservare e,
forse, capire.
Associazione
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(Ve), Italy